Visioni corporali: il corpo come oggetto epistemologico e massmediatico in alcuni poeti contemporanei Italiani
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Benassi, Matteo.
Visioni corporali: il corpo come oggetto epistemologico e massmediatico in alcuni poeti contemporanei Italiani. Retrieved from
https://doi.org/doi:10.7282/t3-2xvh-ct69
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TitleVisioni corporali: il corpo come oggetto epistemologico e massmediatico in alcuni poeti contemporanei Italiani
Date Created2020
Other Date2020-01 (degree)
Extent1 online resource (vi, 211 pages)
DescriptionQuesta tesi di dottorato prende in esame l’ambivalenza delle relazioni tra sguardo e corpo nella poesia contemporanea, constatando l’enorme cambiamento nella loro concezione avvenuto tra la fine del ventesimo secolo e l’inizio del ventunesimo con il crescente predominio delle tecnologie visive. Gli autori scelti come esempi hanno abbandonato l’idea che lo sguardo sia l’unico possibile ed infallibile strumento di conoscenza della realtà, scoprendolo imperfetto; non hanno però abbandonato il bisogno di sondare la realtà circostante e hanno di conseguenza riplasmato lo sguardo allineandolo alla limitazione visiva e al campo d’osservazione di conseguenza ristretto. A questo hanno supplito con un’idea di corpo che si presenta al contempo come oggetto d’indagine, spesso autoriflessiva, e come sistema percettivo ed epistemologico integrativo alla vista. Nello studio di tale aspetto, la mia ricerca prende le mosse dal contrasto fra visione e percezione non visiva, stipulando che parte della poesia contemporanea considera l’intero corpo come strumento percettivo che analizza il mondo circostante ed/o interno a sé. In tutto questo, la ricerca poetica si pone come un atto necessariamente solipsistico, che parte dal corpo proprio come oggetto (di studio, ma anche sensoriale) per arrivare a considerarlo come un micro-sistema di parti interdipendenti, un network apparentemente isolato e tendente all’isolamento delle sue parti, che però può collegarsi agli altri network solipstici – gli altri da sé – in quanto portatore di caratteristiche comuni. Come è stato notato dalla critica più recente, quando questo sguardo si estroflette sul mondo, avendo perso la sua capacità di penetrare e focalizzare il reale nella sua interezza, tende a notomizzarlo in lacerti corporali. Un elemento di novità della mia tesi è la considerazione che tale sguardo non sia il sottoprodotto di una perdita ma il frutto di un’acquisizione a livello psicologico e psichico delle tecnologie moderne, che, in modo più o meno cosciente, portano il poeta ad una percezione che sembra plasmata sulle capacità televisive prima, telematiche poi, del mondo in cui agiscono, in linea con molte teorie della stuff theory e del postumanesimo. Tali assimilazioni della tecnologia nella filosofia e nei modi percettivi che informano i testi poetici degli autori presi in esame condizionano certamente la loro visione del reale; ma trasformano anche la loro visione del corpo, che diviene, in quanto mezzo percettivo, uno strumento tra gli strumenti ed un oggetto tra gli oggetti. Certo, tale visione non è univoca, e non è uguale per tutti: da Magrelli ad Ottonieri, da Biagini ad Annovi, il modo di intendere queste relazioni è variegato, cambia nel tempo, e porta a visioni spesso divergenti. La presente analisi cronologica delle loro opere traccia una evoluzione che va dal corpo divenuto oggetto alla moltiplicazione performativa dell’io, in una società che ha fatto della cultura visuale l’unica possibile, sebbene la più inaffidabile.
NotePh.D.
NoteIncludes bibliographical references
Genretheses, ETD doctoral
LanguageItalian
CollectionSchool of Graduate Studies Electronic Theses and Dissertations
Organization NameRutgers, The State University of New Jersey
RightsThe author owns the copyright to this work.